Salvatore Ferraro conferma l’inutilità della falconeria per il controllo degli uccelli problematici

Mi è già capitato di parlare proprio in questo blog dell’inutilità della falconeria come strumento per il controllo degli uccelli, o bird control. Anche se significava andare un po’ contro corrente.
Da qualche anno, infatti, c’è una certa tendenza a ritenere efficace e naturale l’utilizzo di falchi e poiane come strumento per il controllo degli uccelli problematici o bird control. Ma non è così!

A dirlo, questa volta, non sono io ma è  Salvatore Ferraro. Ferraro è un naturalista e ornitologo, specializzato nello studio degli uccelli sul campo e nell’educazione ambientale. Recentemente Ferraro ha pubblicato un interessante articolo dal titolo: “A Lodi arrivano i falconieri per allontanare i piccioni. Ma il “bird control” è inefficace”.

Ferraro dice che “Una poiana o un falco in volo sono effettivamente efficaci nell’allontanamento immediato degli altri uccelli, ma occorrerebbe considerare l’incisività del metodo in maniera più ampia e a lungo termine, non in modo episodico. A meno che non si facciano volare rapaci quasi ogni giorno e praticamente in perpetuo, piccioni, storni e altri uccelli di città, ritorneranno in men che non si dica non appena saranno cessate le attività. Si tratta quindi di una strategia abbastanza insostenibile e poco incisiva.

Per Ferrario: “La falconeria come strumento di bird control può certamente essere utile per interventi episodici o strategici, come per esempio il decollo di un aereo, ma per la maggior parte dei casi è in realtà un sistema non efficace, molto costoso e praticamente insostenibile.”

Da parte mia aggiungerei e ribadirei anche che dal punto di vista etico, la falconeria dimostra almeno due punti deboli:
– prevede attacchi violenti che si possono trasformare in vere e proprie esecuzioni;
– andrebbe effettuata solo nei mesi invernali perchè durante il periodo di riproduzione l’allontanamento dal nido di eventuali genitori in cova condannerebbe a morte certa i propri piccoli.

Concludendo, anche Salvatore Ferraro è d’accordo sull’inutilità della falconeria come strumento per il controllo degli uccelli problematici o bird control. Meno male che a volte abbiamo la fortuna di ascoltare una voce fuori dal coro!

Pubblicato da stopthatpigeon

Bello brutto alto basso dritto storto bianco nero che importanza ha? L’importante è vivere la vita e viverla con… BECCO!

Una risposta a “Salvatore Ferraro conferma l’inutilità della falconeria per il controllo degli uccelli problematici”

  1. L’uso della falconeria con rapaci riprodotti in cattività non produce inquinamento o diffusione di veleni o uso di trappole ma scatena semplicemente l’istinto naturale di fuga della preda minacciata da un predatore.
    Questo metodo, che necessariamente deve essere ripetuto periodicamente, è un metodo sicuramente utile per allontanare anche un solo individuo da un ambiente chiuso (capannone industriale) dove può causare problemi igienici in locali nei quali si eseguono particolari lavorazioni (es. industrie alimentari). Tuttavia, in ambiente aperto non sempre i risultati coincidono con le aspettative. Il falco di norma non trova utilizzo efficace in caso di forte pioggia, nebbia, di notte, con vento oltre i 30 Km/h circa, durante le ore più calde del giorno e nei confronti di uccelli molto più grandi di lui (es. aironi) o di specie aggressive verso i rapaci (cornacchie). Si deve considerare anche che un falco ha dei limiti fisiologici che permettono di cacciare soltanto poche ore al giorno e che durante il periodo della muta non può volare a pieno regime.
    Esiste inoltre il rischio di perdita di individui in natura e la possibilità di ibridazione con rapaci autoctoni. A questo proposito l’ISPRA richiede l’impiego di specie autoctone e provviste di GPS. (Cocchi, 2017).
    L’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) ha emanato, in seguito ai seri rischi rappresentati dai colombi e l’avifauna in genere che vive in ambito aeroportuale, le “Considerazioni sull’utilizzo dei falchi negli aeroporti” (ENAC, 2011) e in ultima analisi ne sconsiglia l’impiego. Anche l’Associazione PICAS International è di questo avviso perché sostiene che l’uso dei falchi sia disumano potendosi verificare occasionalmente l’uccisione di colombi con l’aggravante del fatto che tale azione avviene davanti alla cittadinanza (PICAS, 2020).

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