GESTIONE DEI COLOMBI URBANI

Prima di intraprendere una qualsia attività di gestione dei colombi urbani è importante studiare il territorio in cui si intende intervenire in modo da avere un’idea chiara del problema. La conoscenza dello stato di fatto che si otterrà tramite il monitoraggio permetterà sia di elaborare un progetto operativo sia di verificare i risultati.

Un progetto per essere efficace si deve protrarre per almeno 3 anni e deve prevedere l’integrazione di vari metodi e attività.

Le attività che si possono intraprendere per la gestione dei colombi urbani sono di due categorie:

  • Azioni “puntiformi”
  • Azioni “di territorio”

gestione dei colombi urbani

1. AZIONI PUNTIFORMI

Le azioni puntiformi sono l’insieme delle attività che si mettono in atto per “difendere” un punto preciso sia esso un edificio, un monumento storico, un capannone industriale o un esercizio commerciale e possono essere poste in atto sia dall’Ente Pubblico sia dal privato cittadino.

Tra le azioni puntiformi possiamo annoverare: la limitazione dei siti di sosta e/o di nidificazione e l’attività di dissuasione o disturbo.

Limitazione dei siti di sosta o di nidificazione

La limitazione dei siti di sosta o di nidificazione si attua tramite la chiusura degli accessi agli edifici sia con interventi strutturali sia con l’utilizzo di dissuasori fisio-meccanici come reti, punte, fili ballerini ecc.
Questa attività anche se definita “puntiforme” può avere un valore a livello di territorio se si riesce ad intervenire su una buona parte delle strutture colpite creando una diminuzione della capacità portante dell’ambiente. A questo proposito è interessante ricordare che queste attività possono essere incentivate a livello territoriale attraverso l’inserimento di specifiche norme nel regolamento edilizio (vedi sotto: “attività normativa”).

Attività di dissuasione o di disturbo

L’attività di dissuasione o di disturbo nei confronti dei colombi urbani si realizza creando “paura” e quindi dissuadendoli dal frequentare determinate aree. Questa attività viene attuata tramite mezzi fisici luminosi (puntatori laser) o sonori (altoparlanti con il grido del falco) o mezzi biologici, con l’utilizzo della falconeria.
Queste attività presentano varie debolezze:
A. dissuasori visivi e sonori, oltre ad essere quasi del tutto inefficaci sui colombi urbani sono fonte di grande fastidio per i cittadini;
B. l’utilizzo del falconiere, con i falchi addestrati, può avere qualche risultato su singoli edifici ma, ancorché molto oneroso, dovendo essere applicato ad un territorio molto vasto, presenta oggettive difficoltà in termini di applicazione e durata (tralasciando, in questa sede, le considerazioni etiche);
C. la posizione geografica della maggior parte dei centri urbani italiani fa sì che i colombi siano abituati alla presenza di predatori selvatici autoctoni.

2. AZIONI DI TERRITORIO

Le azioni di territorio sono l’insieme delle attività per la gestione dei colombi urbani decise e gestite dall’Ente Pubblico, eventualmente in concerto con il Privato, che si mettono in atto su un territorio esteso.

Tra le azioni di territorio per la gestione dei colombi urbani possiamo annoverare: l’attività di comunicazione, l’attività normativa, l’attività di riduzione delle fonti trofiche e l’azione di controllo e riduzione demografica, con la cattura o il controllo della fertilità.

Attività di comunicazione

L’attività di comunicazione ai cittadini, ai turisti e agli esercenti pubblici è molto importante per una valida riuscita di qualsiasi tipo di piano di controllo degli animali presenti in città. L’Amministrazione potrà organizzare momenti di informazione pubblica per informare i cittadini della situazione di fatto e dei programmi di intervento. In questo modo potrà comunicare lo sforzo tecnico ed economico che sta producendo e richiedere la collaborazione del privato.

Attività normativa

L’attività normativa può prevedere l’inserimento di indicazioni specifiche, ad esempio, nel Regolamento Edilizio e nel Regolamento di tutela degli animali o la promozione di Ordinanze contingibili e urgenti.

Attività di riduzione delle fonti trofiche

L’attività di riduzione delle fonti trofiche, come acqua e alimenti, si ottiene riducendo la presenza o l’accesso a queste risorse. Questa attività, per quanto auspicabile, risulta in genere di difficile realizzazione in tutte quelle zone particolarmente vicine a siti agricoli o dove è presente l’attività dei colombofili e dei turisti.

Attività di controllo e riduzione demografica

L’attività di controllo e riduzione demografica crea una diminuzione delle presenze nell’ambiente trattato e si attua direttamente sull’animale target o con la sua cattura o con il controllo della fertilità. È un importante tassello per qualsiasi piano di gestione integrata dei colombi urbani perché coadiuva e amplifica ogni tipo di attività intrapresa sul territorio.

Cattura

La cattura, ossia il prelievo di un certo numero di individui ha come conseguenza un abbassamento momentaneo della densità dei colombi che, però, sarà ripristinata in tempi brevi dagli individui superstiti.

Occorre aggiungere che per gli interventi di cattura è necessaria l’autorizzazione della Regione e / o ex-Provincia a condizione che […]  effettivamente necessaria e solo dopo la messa in opera di ogni altra attività cosiddetta “ecologica” e non cruenta […]. In pratica la necessità si traduce nella emissione di un’Ordinanza Sindacale su input del Settore Veterinario pubblico per gravi motivi igienico-sanitari. L’autorizzazione alla cattura potrà essere concessa solo durante i mesi invernali, da novembre a marzo, e ad opera di ditte specializzate.

Queste azioni possono portare a qualche beneficio a breve termine ma sono viste dalla cittadinanza e dalle Associazioni Animaliste come atti di violenza gratuita che le Amministrazioni attuano per evitare risposte forse più complesse ma non cruente e durature nel tempo.

Controllo della fertilità

Il controllo della fertilità viene effettuato tramite la somministrazione di un farmaco antifecondativo specificamente studiato per ridurre la fertilità delle uova dei colombi urbani. In Italia esiste un solo farmaco di questo tipo, l’Ovistop, specialità medicinale veterinaria autorizzata nel 2002 con Autorizzazione di Immissione in Commercio n. 103570014.

Ovistop si presenta sotto forma di chicco di mais e viene somministrato una volta al giorno, almeno cinque volte alla settimana, durante il periodo riproduttivo dei colombi, che si protrae almeno per otto mesi all’anno: da marzo ad ottobre. Per l’utilizzo dell’Ovistop non sono necessarie particolari autorizzazioni ma esclusivamente una ricetta veterinaria. La distribuzione dell’Ovistop dovrà avvenire, ad opera di personale debitamente formato ma senza requisiti professionali specifici, in punti di “foraggiamento” idonei e studiati in fase di monitoraggio.

L’aspettativa di diminuzione demografica in seguito all’uso dell’Ovistop è di circa il 50% della popolazione trattata dopo tre anni di trattamento. L’effetto del trattamento è reversibile per cui sarà importante mantenere la cura nel tempo.

CONCLUSIONI

In conclusione, ribadiamo che una corretta gestione dei colombi urbani deve prevedere un programma di attività integrate partendo da studio e monitoraggio, prevedendo una durata di almeno tre anni prima di cambiare rotta.

Quindi, anche per la gestione dei colombi urbani, bisogna prevedere le fasi di studio, controllo e valutazione dei risultati. Mi raccomando di fare grande attenzione ai facili entusiasmi e alle pur frequenti “delusioni d’amore”!

Pubblicato da stopthatpigeon

Bello brutto alto basso dritto storto bianco nero che importanza ha? L’importante è vivere la vita e viverla con… BECCO!