Tremila piccioni abbattuti: la LAV non ci sta

L’hanno definita emergenza: tremila piccioni a Grosseto sono troppi e per il presidente della provincia Marras i volatili vanno abbattuti per tutelare le esigenze degli agricoltori. La LAV però non ci sta e critica le scelte delle amministrazioni comunali e provinciali, assai lontane da quelle linee guida decise appena un anno fa dal protocollo d’intesa firmato assieme alla ASL 9.  Si era deciso di optare per strumenti preventivi incruenti, volti a limitarne il numero e la fertilità (interventi tra i quali però incredibilmente non appare il mangime antifecondativo) e tutta una serie di agevolazioni economiche per i privati cittadini che intervenissero nelle loro strutture. La Lega Anti Vivisezione critica la mancata attuazione di questi strumenti, attribuendo al lassismo delle amministrazioni e all’inosservanza del protocollo d’intesa la causa dell’incremento del numero di questi animali. La Provincia ha risposto con un comunicato stampa, ribadendo come probabilmente un solo anno di vigenza del protocollo sia troppo poco per produrre effetti ma che, comunque, davanti ad un’emergenza bisogna rispondere con un emergenza.  Insomma, Marras vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca: andare contro le associazioni animaliste oggi sarebbe un suicidio politico, ma non può nemmeno ignorare l’importante fetta elettorale rappresentata da agricoltori e cacciatori.
Lo scontro verbale tra LAV e Provincia resta comunque fiato al vento se si focalizza l’oggetto della questione: i piccioni.
Appurato il fatto che in città non si può impugnare la carabina e sparare, ciò che viene realizzato in ambito urbano per ridurre il numero di questi volatili, non può e non deve 1) essere fatto anche nelle aree agricole e 2) interferire con il comportamento di questi animali. Più e più volte ho scritto di come sparare a questi animali nelle campagne non solo non abbia effetti a lungo termine ma, più che ogni altra cosa, induca gli animali stessi a permanere più volentieri in città, percependo la campagna come un pericolo: per ogni colpo di fucile, un piccione verrà abbattuto e 100 scapperanno. Pertanto è in città, luogo circoscritto e più facilmente gestibile della campagna, che bisognerebbe intervenire per contenere la proliferazione di piccion. Certo, gli effetti del contenimento demografico non sono immediati ma si possono apprezzare solo nel medio-lungo periodo, ma se il contenimento viene svolto con costanza e con le giuste tecniche, gli effetti sono duraturi e facilmente percettibile. Da un lato la LAV deve quindi proseguire con il suo ruolo di “movimentatore delle coscienze”,  interrogandosi se ciò che è stato deciso nel protocollo possa essere ulteriormente migliorato; dall’altro Provincia, Comune e ASL dovrebbero confrontarsi con esperti nel contenimento e mettere in pratica ciò che finora è rimasto solo sulla carta del protocollo d’intesa.

Pubblicato da stopthatpigeon

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