La situazione che si evince sfogliando i quotidiani e navigando sul web appare chiara: nelle Marche c’è un problema piccioni in corso. Un po’ come in molte altre regioni, ma in questo caso la situazione è quasi comica.
Quattro comuni, di cui due capoluoghi: Macerata, Fermo, Sant’Elpidio a Mare e Montegranaro. Tutti e quattro alle prese con ordinanze comunali un po’ improvvisate, nel vano tentativo di tamponare una quasi-emergenza. Lo scrive anche il quotidiano on-line Vivere Marche: in base ad alcuni studi effettuati dal Servizio Veterinario dell’Asur 9, i colombi analizzati risultano positivi alla Clamydia psittaci, un batterio che causa nel volatile una malattia infettiva trasmissibile all’uomo. Di conseguenza i quattro comuni stanno cercando di volgere ai ripari, con degli interventi tutt’altro che riparatori. Macerata prevede la cattura e la soppressione dei colombi, un’azione non solo costosa e poco efficace come ampiamente dimostrato in altri contesti cittadini, ma anche contraria alla oltremodo citata legge 968 che vieta la cattura, l’avvelenamento e lo sterminio dei colombi. Nonostante questo, sembra essere d’accordo con l’amministrazione maceratese anche il primo cittadino di Montegranaro, anch’egli favorevole all’installazione di gabbie “cattura-piccione”. Più di stampo “animalista” (perdonate l’accezione del termine) invece, i sindaci di Sant’Elpidio a Mare e Fermo, quest’ultimo antesignano del metodo falchi+falconieri e che ha sperimentato sulle sue “penne” il fallimento. Sant’Elpidio a Mare, incurante del disastroso esperimento del suo capoluogo, ha deciso comunque di seguire questa strada, ingaggiando dei falconieri fino al 19 dicembre (tempo troppo esiguo per essere efficace!) con l’intento di allontanare i piccioni.